“Mancarsi”: la solitudine per Diego De Silva

Si dice che l’unica possessione dell’essere umano sia in quello che ha perso, non certo in quello che ha.

Mancarsi, dello scrittore campano Diego De Silva, pubblicato nel 2012, comincia con quest’aforisma e affronta il tema della mancanza, della solitudine, della nostalgia di una persona, di un tempo, di un ricordo.

diegodesilva_mancarsi_recensione_copertina-694x1024

Il romanzo è molto breve,  ma per questo ancora più intenso. Lo scrittore riesce con grande sapienza a dirigere con passione i suoi due protagonisti, Irene e Nicola, due solitudini diverse che si incrociano ma non si incontrano mai.

Irene e Nicola sono due personaggi meravigliosi, unici e al limite del surreale: entrambi hanno necessità di ritornare al passato e ancora di più hanno bisogno che un futuro li possa abbracciare con sicurezza e senza più timore.

Siamo tutti noi Nicola e Irene, nei momenti della nostra vita in cui avremmo bisogno di un segno, di una luce che ci indichi dove andare o dove ritornare per non soffrire e per sentirci di nuovo vivi.

Il romanzo è narrato con una voce esterna che riesce a penetrare i personaggi e la trama è condotta sul filo continuo della ricerca dell’amore, quello reale e concreto e mai per questo vicino all’idea di un porno italiano o di un mero romanzo rosa.

Le storie dei due personaggi vivono in un continuo sovrapporsi che è però coerente alla narrazione. Si sente la forza di un’unica anima che vive in entrambi tanto è che il lettore si può confondere su chi sia Nicola e chi Irene e in particolare sulle loro riflessioni: le emozioni sono quelle di tutti e quindi avviene la magia,  ovvero la partecipazione totale del lettore.

Chi non ha mai letto Diego De Silva amerà questo romanzo e chi già lo conosce resterà stupito da questo tono così diverso da quello a cui ci aveva abituati nel celeberrimo Non avevo capito niente e dagli altri romanzi con protagonista l’avvocato Vincenzo Malinconico.

Dalla Svezia il libro hot per non vedenti

Ci sono realtà sempre in evoluzione ed il porno è una di quelle.

Arriva dalla Svezia un libro che sta facendo il giro del mondo: il porno per persone affette da cecità.

Un’artista svedese, Nina Linde, creò nel 2010 un libro con grafiche porno per ciechi, leggibile con il linguaggio Braille. Quest’anno è stato presentato e pubblicato per la prima volta alla libreria nazionale svedese.

Il libro si snoda attraverso immagini la cui lettura avviene in linguaggio Braille, quindi attraverso il tatto. La vera novità è che non intendiamo solo parole, ma anche immagini. Abbiamo dunque donne con strap-on e sesso di gruppo per una stimolazione erotica al servizio dei non vedenti.

nina_linde_libro_porno_ciechi

Il libro nacque dopo la visita dell’autrice alla Libreria Braille di Stoccolma dove scoprì che non vi era assolutamente alcun tipo di materiale per soli adulti. A seguito di accurate ricerche si rese conto che non vi era assolutamente nessun tipo di materiale pornografico pensato apposta per i non vedenti.

Nina Linde rivela inoltre che decise di interessarsi alla vita sessuale dei non vedenti anche dopo un’esperienza che ebbe in Cile quando era studentessa. Aiutò un uomo cieco ad attraversare la strada e questi le chiese dei particolari della famosa disinibita vita sessuale degli svedesi. Da allora nacque in lei  curiosità per la vita e le fantasie sessuali dei ciechi che non possono accedere al porno gratis.

Le associazioni svedesi che tutelano i diritti dei non vedenti sono entusiaste e considerano questo libro uno step positivo che apre alle persone non vedenti un mondo fino ad ora precluso.

In molti pensano che sia nato un nuovo modo di fruire il porno attraverso un utilizzo innovativo del linguaggio Braille.

La vera innovazione, che presto potrebbe arrivare anche per i vedenti, è un nuovo modo di essere stimolati, non più attraverso  l’udito o la vista ma col contatto diretto delle dita per una esperienza più diretta e reale.